Estrusione della plastica: cosa si produce con i granuli in PVC?
Con l’estrusione della plastica viene identificato un determinato procedimento di produzione industriale utile per deformare la plastica formando i famosi granuli in PVC. Attraverso il loro riscaldamento con specifiche temperature, i granuli possono fondersi insieme, essere addizionati di additivi specifici, colorati e infine si può conferire una forma prima del raffreddamento e del consolidamento.
La peculiarità dell’estrusione sta nel fatto che l’estruso è caratterizzato da una lunghezza variabile e da una sezione fissa e costante. I profili estrusi attraverso l’estrusione delle materie plastiche, del pvc, del polietilene dell’abs, del policarbonato, del polipropilene sono dei trafilati estrusi in lungo, come ad esempio:
- Tubi
- Profili per serramenti
- Guaine
- Profilati per le autovetture
- Bordini, copri-fili, zoccolini e canaline varie
- Molte altre applicazioni
Con l’estrusione è perciò possibile lavorare i seguetni materiali:
- PVC: polivinilcloruro
- PE: polietilene
- PP: polipropilene
- PA: poliammide
- HDPE: polietilene ad alta densità polietilene
- LDPE: polietilene a bassa densità
- ABS: copolimero acrilonitrile butadiene stirene
- PC: policarbonato
- SB: stirolo butadiene
- PMMA: polimetilmetacrilato
- TPU: poliuretano termoplastico
I rifiuti in PVC che sfuggono ai circuiti di raccolta separata, finiscono negli impianti di termodistruzione, oppure in discarica.
Gli impianti di incenerimento dei rifiuti devono – sulla base delle nuove disposizioni normative nazionali – essere dotati di sistemi di recupero energetico. Devono, cioè, essere in grado di recuperare, sotto forma di energia termica o elettrica, il potere calorifico contenuto nei rifiuti.
Questa opzione di recupero è ormai convenzionalmente definita “termovalorizzazione”.
Il contenuto energetico dei rifiuti è fondamentale al fine di ottimizzare il rendimento degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti. Più alto è il potere calorifico dei rifiuti e maggiore è la quantità di energia, termica o elettrica, che l’impianto può produrre.
Il PVC costituisce una piccola parte dei rifiuti domestici (meno dell’1%) ma contribuisce comunque all’apporto energetico, essendo il suo potere calorifico intermedio fra quello della carta e quello del legno.