Il 2018 è l’anno del riciclo e della guerra alla plastica

Ad inizio anno si è parlato tanto dei provvedimento dell’UE contro le materie plastiche.

Un problema che in realtà la Comunità si pone da molti anni e che ricade su tutti i fronti, dall’alimentare all’edilizia.

Soprattutto in quest’ultimo settore si parla spesso di come riciclare PVC, essendo esso un polimero a base di cloruro di polivinile il quale crea diversi danni termini di impatto ambientale.

Se riciclare il PVC è sembrata una cosa semplice, in realtà è ben lontana dall’ottenere risultati soddisfacenti per la salvaguardia dell’ambiente.

Molti potrebbero aver pensato che il modo più semplice per riciclare PVC siano gli inceneritori, senza però considerare il problema degli scarti volatili.

Infatti, le materie plastiche, se sottoposte all’azione del calore, rilasciano diossine e altre sostanze dannose per l’uomo e la natura.

Cosa possiamo fare oggi? differenziare le plastiche non riciclabili e usarne meno.

Le tipologie di plastica riciclabile: PVC, PP, PET

La plastica è dotata di ben 5 simboli, di cui i più famosi sono tre, ossia: PVC, PP, PET.

  • PE sta per Polietilene, detto anche polietene, una resina termoplastica resistente agli agenti atmosferici, all’alcool ed altri agenti chimici. Grazie alla sua resistenza viene impiegato soprattutto nel settore alimentare, è il polimeto vinilico con cui vengono realizzati i sacchetti di plastica.
  • PET, ovvero Polietilentereftalato, p una plastica riciclabile leggera e resistente, utilizzata per la produzione di bottiglie di plastica. Tuttavia comunque recenti studi evidenziano la presenza di tossina cancerogena (DEHA) e additivi (ftalati) che penetrano negli alimenti confezionati o imbottigliati.
  • PVC, ovvero Polivinilcloruro, è un polimero plastico impiegato nei settori più disparati, soprattutto nell’edile con la realizzazione di infissi, serramenti, tapparelle e tubature.

Riciclare il PVC

Per riciclare il PVC è possibile ricorrere a 4 soluzioni:

  • Scomposizione molecolare e recupero degli idrocarburi per la produzione di combustibile;
  • La fusione e il riciclo dei cavi in PVC;
  • Recupero energetico;
  • Conferimento in discarica.

Riciclo del PVC: il recupero energetico

I rifiuti in PVC che sfuggono ai circuiti di raccolta separata, finiscono negli impianti di termoinduzione, oppure in discarica.

Gli impianti di incenerimento dei rifiuti devono essre dotati di sistemi di recupero energetico. Ovvero devono essere in grado di recuperare, sotto forma di energia termica o elettrica, il potere calorifico contenuto nei rifiuti.

Questa opzione di recupero è ormai convenzionalmente definita “termovalorizzazione”.

Il contenuto energetico dei rifiuti è importante per ottimizzare il rendimento degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti.

Maggiore è il potere calorifico dei rifiuti, maggiore è la qualità energetica, termica o elettrica che l’impianto può produrre.

Il PVC costituisce una piccola parte dei rifiuti domestici ma contribuisce comunque all’apporto energetico, in quanto il suo potere calorifico è intermedio fra quello della carta e quello del legno.

GPlast si occupa di rigenerazione materie plastiche PVC: Utilizziamo la plastica riciclata e la trasformiamo in granuli di PVC per i diversi utilizzi salvaguardando così l’ambiente dall’inquinamento della plastica e offrendo un prodotto di grande qualità che viene impiegato nella produzione di tubi in PVC nei cavidottoi e in profili vari utilizzati nell’edilizia e altri settori industriali.

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