Plastica riciclata per la strada del futuro
E’ stata sviluppata una tecnica per utilizzare la plastica dei rifiuti come agente legante per l’asfalto, come sostituzione della maggior parte del bitume convenzionale, derivato dal petrolio.
Alcuni dati sulla plastica riciclata e non
1.La plastica sta “lentamente” ma inesorabilmente inquinando il nostro pianeta.
Secondo il World Economic Forum, entro il 2050 negli oceani, vi sarà in termini di peso più plastica che pesci.
Ogni anno vengono riversate 8 milioni di tonnellate di materie plastiche.
Ad oggi, solo il 14% degli imballaggi di plastica viene riciclato, con un tasso di riciclaggio a livello mondiale di gran lunga inferiore alla carta (58%), al ferro e all’acciaio (superiore al 70%).
Pensate che sul nostro pianeta la plastica si incontra ovunque e forma delle vere e proprie isole galleggianti, come quella nell’Oceano Pacifico settentrionale.
2. Nel mondo vi sono circa 40 milioni di strade asfaltate.
Vi sarà capitato di vedere almeno una volta dei lavori di posa dell’asfalto.
Il processo in sè, prevede che l’insieme di bitume purificato e farina d’asfalto, sia fuso in caldaie con l’aggiunta di altro bitume. Successivamente si aggiunge sabbia e ghiaia di grossezza e quantità variabili secondo i lavori da eseguire.
Nel momento in cui la massa è bollente e semifluida, viene versata sulla zona da coprire, distesa e poi compressa.
Il bitume non è altro che il residuo della raffinazione del petrolio: è un liquido molto viscoso di colore marrone scuro o nero ed è composto da oli aromatici, oli saturi, asfalteni e resine.
Contiene un numero elevato di idrocarburi e in natura è presente in varie forme.
Da queste due considerazioni non si può che accogliere con grande entusiasmo la notizia della nascita di una start up, fondata dall’ingegnere scozzese Toby McCartney, che ha pensato di riutilizzare la plastica di scarto per creare strade che durano anche più a lungo delle attuali con ridotte probabilità di generare crepe e buche sulle carreggiate.
In pratica, la “MacRebur” (azienda diretta dall’ing. Toby McCartney) recupera materiali plastici riciclabili per creare un composto chiamato MR6, da utilizzare come collante per migliorare la resistenza e la durata del manto stradale, riducendo in questo modo la quantità di bitume a base petrolifera usata nell’asfalto “tradizionale”.
In questo modo si ottiene un duplice beneficio ambientale: riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili e dell’inquinamento da rifiuti plastici.
L’agente legante inventato dalla MacRebur può essere miscelato direttamente nel luogo in cui deve essere costruito o sistemato il manto stradale.
Sembrerebbe che l’idea geniale sia venuta a McCartney durante un viaggio in India, osservando per caso alcuni operai che stavano riempiendo le buche della strada utilizzando dei rifiuti di plastica, cosparsi prima di benzina e poi bruciati.
Un metodo semplice, che ha stuzzicato la creatività “responsabile” dell’ingegnere scozzese e lo ha portato al perfezionamento della tecnica, il cui impiego potrebbe portare vantaggi concreti per la tutela ambientale.
E tu cosa ne pensi? andrà in porto il progetto sulla plastica riciclata?
Noi di GPlast, operiamo da più di 40 anni nella lavorazione delle materie plastiche, in Italia e all’estero.
Ci occupiamo di rigenerazione di materie plastiche in PVC: produciamo granuli in PVC di vari colori e con diverse tipologie di filtraggio.
Utilizzando la plastica riciclata e trasformandola in granuli di PVC, salvaguardiamo l’ambiente dall’inquinamento della plastica con un prodotto finale di grande affidabilità, impiegato nella produzione di tubi per cavidotti e profili vari utilizzati nell’edilizia e altri settori industriali.
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