Cosa significa plastica riciclabile?

In aiuto delle autorità per la messa a punto di alcune normative e misure di sostegno per lo sviluppo dell’economia circolare, due associazioni internazionali di riciclatori di materie plastiche, Plastics Recycling Europe (PRE) europea e The Association of Plastic Recyclers americana, hanno lavorato insieme per dare una definizione globale alla “Plastics Recyclability”, ossia di cosa si intende per plastica riciclabile.

“La parola “riciclabile” viene utilizzata ovunque per definire materiali e prodotti senza che vi sia per forza un riferimento definito e condiviso”, così afferma Steve Alexander, il Presidente di The Association of Plastic Recyclers. “La riciclabilità di un prodotto va oltre l’essere tecnicamente riciclabile: i consumatori devono poter accedere ad un sistema di raccolta e riciclo, un riciclatore dev’essere in grado di trattare il materiale ed occorre un mercato finale per i materiali rigenerati”.

Le due associazioni affermano che, per essere considerato riciclabile, un prodotto in plastica deve poter soddisfare queste 4 condizioni:

  1. Dev’essere realizzato con una plastica raccolta ai fini di riciclo, avere un valore di mercato e/o essere supportata da un programma di recupero obbligatorio.
  2. Dev’essere selezionato e aggregato in flussi idonei ai processi di riciclo.
  3. Deve poter essere trasformato e rigenerato o riciclato attraverso processi commerciali.
  4. La plastica riciclata deve diventare una materia prima nella produzione di prodotti nuovi.

Ma non solo, per i materiali innovativi introdotti sul mercato, si dovrebbe dimostrate la possibilità di poterli raccogliere e selezionare in volumi sufficienti per il riciclo, la loro compatibilità con i processi di riciclo industriale esistenti, oppure essere disponibili in quantità sufficienti per poter giustificare l’avvio di nuovi processi di rigenerazione.

Le due associazioni, Plastics Recycling Europe e The Association of Plastic Recyclers stanno raccogliendo pareri, indicazioni e adesioni da altri soggetti della filiera.

La prima ad aver aderito e fornito il suo appoggio a questa definizione di riciclo è Petcore, l’associazione della filiera europea degli imballaggi in PET.

Ecco una piccola tabella in cui indichiamo i simboli, o meglio i codici di riciclaggio delle plastiche, secondo la direttiva europea 94/62/CE:

Simbolo Codice Descrizione
Plastiche
Plastic-recyc-01.svg № 1
PET o PETE
Polietilene tereftalato: bottiglie di acqua, bottiglie di bibite, flaconi di shampoo
Plastic-recyc-02.svg № 2 HDPE Polietilene ad alta densità: flaconi
Plastic-recyc-03.svg № 3
PVC o V
Cloruro di polivinile: contenitori per alimenti
Plastic-recyc-04.svg № 4 LDPE Polietilene a bassa densità: sacchetti cibi surgelati, pellicola per alimenti
Plastic-recyc-05.svg № 5 PP Polipropilene o Moplen: bottiglie di ketchup, buste della pasta
Plastic-recyc-06.svg № 6 PS Polistirene o Polistirolo: piatti, bicchieri e posate monouso, vaschette e imballaggi di elettrodomestici.
Plastic-recyc-07.svg № 7 O Tutte le altre plastiche: cioè tutti gli altri polimeri a cui non è previsto un codice specifico ma comunque conferibili nella raccolta differenziata. Polimetilmetacrilato (PMMA) Policarbonato (PC),

Acido polilattico (PLA) cioè una BIOPLASTICA
COMPOSTABILE che va gettata però nell’ UMIDO/ORGANICO

GPlast si occupa di rigenerazione materie plastiche PVC: Utilizziamo la plastica riciclata e la trasformiamo in granuli di PVC per i diversi utilizzi salvaguardando così l’ambiente dall’inquinamento della plastica e offrendo un prodotto di grande qualità che viene impiegato nella produzione di tubi in PVC nei cavidottoi e in profili vari utilizzati nell’edilizia e altri settori industriali.

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